Largo dell’Impresa. La scoperta dell’obelisco di Augusto

Immaginiamo di darci appuntamento in piazza di S. Lorenzo in Lucina (di fronte alla chiesa) per andare a bere un buon caffè vicino al Pantheon. La strada è semplice, infatti, dalla piazza imbocchiamo via di Campo Marzio. Dopo un centinaio di metri, giunti all’incrocio con via dei Prefetti (a destra), si apre di fronte a noi piazza del Parlamento, dove, all’inizio del Novecento, l’architetto Ernesto Basile progettò e costruì il Palazzo del Parlamento. Per la sua realizzazione scomparvero strade e isolati. Ad esempio, nel punto in cui siamo fermi adesso, all’angolo con via dei Prefetti (a destra) e via in Lucina (a sinistra), c’era una piazza importante e frequentata, denominata largo dell’Impresa, in cui confluivano quattro strade: via in Lucina, via della Vignaccia, via di Campo Marzio e via dei Prefetti. Fu proprio qui, nel 1748, che venne finalmente scavato l’obelisco di Augusto, che dal 1792 domina piazza Montecitorio. Come sempre, metteremo a confronto alcune mappe antiche per rilevare i cambiamenti topografici dell’area interessata.

Pianta di Roma di Leonardo Bufalini (1551). La freccia rossa indica la chiesa di S. Lorenzo in Lucina, luogo di partenza del nostro itinerario. La linea arancione corrisponde a via di Campo Marzio. La linea verde corrisponde a via dei Prefetti. La linea azzurra corrisponde a via in Lucina. La linea viola corrisponde a via della Vignaccia. Il numero 1 indica largo dell’Impresa, di fronte al quale era la Domus Torquati, cioè la casa di Toquato I Conti duca di Poli, successivamente sede dell’Impresa del Lotto, che diede il nome alla via e alla piazza.
Nuova Pianta di Roma di Giovan Battista Nolli (1748). La linea rossa corrisponde a via di Campo Marzio. La linea arancione corrisponde a via dei Prefetti. La linea azzurra corrisponde a via in Lucina. La linea viola corrisponde a via della Vignaccia. La linea verde corrisponde a via dell’Impresa. Il numero 1 indica la piazzetta (scomparsa) denominata largo dell’Impresa. Il numero 2 indica Palazzo Conti, sede dell’Impresa del Lotto. Il numero 3 indica un antico isolato, demolito e parzialmente ricostruito alla fine dell’Ottocento (vi abitava lo scultore Flaminio Vacca). La freccia rossa indica la posizione a terra dell’obelisco di Augusto, proprio di fronte a Palazzo Conti. Nella legenda di Nolli il numero 344 corrisponde al «Palazzo Conti con Obelisco Solare giacente». Il rettangolo verde corrisponde al sito originario dell’Ara Pacis.
Largo dell’Impresa (incisione di Giuseppe Vasi, 1752). L’obelisco, rotto in cinque pezzi, venne definitivamente scoperto nel 1748, durante il pontificato di Benedetto XIV Lambertini (1740-1758). Come mostra l’incisione, la posizione dell’obelisco era di fronte al “Palazzo della Vignaccia”, cioè Palazzo Conti, indicato dal Vasi con la lettera A (freccia rossa). Qualche anno dopo, i pezzi dell’obelisco furono portati nel cortile di Palazzo Conti, finché, nel 1792, papa Pio VI Braschi (1775-1799), lo fece finalmente innalzare di fronte alla Curia Innocenziana (palazzo Montecitorio). Largo dell’Impresa e via dell’Impresa prendono il nome dall’Impresa del Lotto, gestita dalla Camera Apostolica, che aveva la sua sede nel Palazzo Conti. Nel 1840, l’Impresa del Lotto fu trasferita presso Palazzo Pio, in piazza del Biscione (Campo de Fiori). All’inizio del Novecento, Palazzo Conti venne demolito perché si pensava di costruire su quell’area un edificio per la Camera dei Deputati, che però non venne mai realizzato. Per orientarci meglio e capire il punto di osservazione del Vasi: alle nostre spalle c'è via dei Prefetti, mentre dietro ai palazzi situati a destra c'è piazza Montecitorio; di fronte ai noi, oltre l'edificio in demolizione, c'è via del Corso.
Forma Urbis Romae di Rodolfo Lanciani (1900). Il numero 1 corrisponde allo scomparso largo dell’Impresa, mentre il numero 2 corrisponde all’isolato demolito alla fine dell’Ottocento e, successivamente, parzialmente ricostruito. La freccia azzurra indica il palazzo di Torquato I Conti duca di Poli, generale delle milizie pontificie nel 1566. Nel Seicento era definito «Palazzo dei Conti, di fronte al quale è sotterrato un obelisco». La freccia verde indica il luogo in cui fu scoperta la Colonna di Antonino Pio, in seguito utilizzata per restaurare l’obelisco di Augusto (il meraviglioso basamento della Colonna è esposto nei Musei Vaticani). La freccia gialla indica il luogo in cui fu innalzato l’obelisco di Augusto; vicino al monumento, Lanciani ha riportato le date in cui questo fu visto (1502, 1587, 1748). Il quadrato verde corrisponde al nuovo edificio progettato dall’architetto Ernesto Basile all’inizio del Novecento.
Piazza del Parlamento. Al civico 3 è la Casa degli Agostiniani di S. Maria del Popolo, ricostruita nel 1748. Sulla facciata è murata l’iscrizione che ricorda la scoperta dell’obelisco di Augusto: «Il sommo Pontefice Benedetto XIV, l’obelisco elegantemente scolpito con segni geroglifici, portato a Roma dall’Imperatore Cesare Augusto dopo la conquista dell’Egitto, eretto nel Campo Marzio per proiettare l’ombra solare e la durata dei giorni e delle notti su un lastricato nel quale erano inseriti regoli di rame e dedicato al Sole, abbattuto per i danni del tempo e dei barbari e giacente coperto di terra e di edifici, scavò con grande spesa e maestria e per il bene pubblico e delle lettere trasferì in luogo prossimo; affinché dell’antica posizione dell’obelisco col tempo non si perdesse il ricordo, fece porre una memoria nell’anno della recuperata salvezza 1748, nono del suo pontificato» (foto Marco Gradozzi).
Via di Campo Marzio. Entrando nel cortile del civico 48, attraverso una scala, si scende al livello della pavimentazione originaria dell’Horologium di Augusto, sempre sommersa dall’acqua (6,30 metri sotto il cortile). In trasparenza si intravedono alcune delle lettere di bronzo collocate sulla pavimentazione (con grande amarezza ho scoperto di aver smarrito le foto che avevo scattato alle lettere, comunque si trovano in rete) (foto Google Earth).
Foto satellitare dell’area di Montecitorio. Il rettangolo rosso corrisponde al luogo del ritrovamento dell’obelisco di Augusto. Il rettangolo verde corrisponde al luogo del ritrovamento dell’Ara Pacis. La linea azzurra corrisponde a via di Campo Marzio, mentre la freccia gialla indica il luogo in cui nel 1792 fu collocato l’obelisco di Augusto (Piazza Montecitorio). L’origine del toponimo Montecitorio è sconosciuta. Nel XII secolo l’area era conosciuta come Mons Acceptabilis, oppure Monte Acceptorum; nel XIII secolo si parla di Montis Acetoris. La realtà è che di tutte le ipotesi formulate nessuna è davvero convincente (foto Google Earth).
Piazza Montecitorio. L’obelisco in granito rosa di piazza Montecitorio, realizzato all’epoca del faraone Psammetico II (595-589 a.C.), proviene da Eliopoli (Egitto). Nel 10 a.C. l’imperatore Augusto lo fece portare a Roma. Una celebre guida di Roma scritta in epoca altomedievale, l’Itinerario di Einsiedeln (VIII/IX secolo), descriveva l’obelisco del Campo Marzio ancora in piedi; l’ipotesi è che sia caduto a terra poco tempo dopo (X/XI secolo). All’inizio del Cinquecento, l’obelisco fu ritrovato, così come le lettere bronzee collocate sulla pavimentazione; tuttavia, il monumento fu di nuovo dimenticato, per ricomparire poi nel 1587, scavato da Domenico Fontana, architetto di fiducia di papa Sisto V (1585-1590). Poi, un altro secolo e mezzo di oblio, finché, nel 1748, venne recuperato da Nicola Zabaglia, un ingegnere inventore di macchine da cantiere. Contrariamente alle aspettative, l’obelisco non venne eretto, infatti i pezzi furono trasportati nel cortile del vicino Palazzo Conti, dove rimasero per altri quarant’anni. Nel 1790/1792, dopo essere stato restaurato con i frammenti della Colonna di Antonio Pio, l’obelisco fu finalmente innalzato nella vicina piazza Montecitorio (foto Marco Gradozzi).