La Sala Rotonda dei Musei Vaticani

La Sala Rotonda dei Musei Vaticani, inaugurata nel 1779, è un ambiente davvero speciale. Il pontefice Pio VI Braschi (1775-1799) assegnò il progetto della Sala all’architetto romano Michelangelo Simonetti (1731-1787), che la rese molto simile a un Pantheon in miniatura. Il pavimento della sala è costituito da mosaici del III secolo d.C. (rinvenuti a Otricoli e Sacrofano) assemblati dalle maestranze settecentesche. La bellissima tazza in porfido rosso (circonferenza 13 metri), collocata al centro della Sala, proviene dall’area delle Terme di Tito, sul Colle Oppio. Tra le statue antiche collocate all’interno delle nicchie, quella che ruba la scena è la gigantesca raffigurazione in bronzo dorato di Ercole (I/III secolo d.C.), scoperta l’8 agosto 1864 nelle fondazioni del cortile di Palazzo Pio Righetti (piazza del Biscione). All’epoca del ritrovamento, la scultura era all’interno di un sarcofago in muratura rivestito di marmo. Sulla lastra di travertino che chiudeva l’insolita “sepoltura” erano incise le lettere FCS, acronimo di FULGOR CONDITUM SUMMANIUM (“qui è nascosto un fulmine di Summano”).

Sembra inverosimile, ma i nostri antenati avevano l’abitudine di “seppellire” le statue colpite dai fulmini perché pensavano che fossero sgradite agli Dei (Summano era il dio dei tuoni notturni). Dopo aver esaminato la statua appena scoperta, l’archeologo Rodolfo Lanciani si interrogò sull’esistenza di un foro dietro la testa largo ben 38 centimetri; la sua ipotesi era che il foro servisse a far entrare nella statua una persona, che in questo modo forniva “responsa” (oracoli) ai richiedenti. Nel novembre di quell’anno, il muratore Pietro Roega venne scelto per “entrare” nella statua. Ecco la testimonianza di Lanciani sul singolare esperimento (L’Antica Roma, cap. XI): «Il suono della sua voce, nel rispondere alle domande indirizzategli, era veramente impressionante e quasi soprannaturale». Sulla provenienza della scultura le notizie sono contrastanti; secondo alcuni faceva parte della decorazione del Teatro di Pompeo (situato nei pressi, tra Campo de’ Fiori e Largo Argentina), mentre il Lanciani la colloca in tempio dedicato a Ercole nei pressi della Crypta Balbi (via delle Botteghe Oscure). Poco dopo il suo ritrovamento, la statua venne donata a papa Pio IX Mastai (1846-1878), e per questo motivo è conosciuta come l’Ercole Mastai.

La Sala Rotonda dei Musei Vaticani. Al centro, la gigantesca statua bronzea di Ercole (foto Marco Gradozzi).